Le radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti sono state ritenute innoque per molto tempo a meno di non provocare un aumento della temperatura dei tessuti (effetto termico). Tali effetti si riscontrano con esposizioni a livelli elevati e prolungate. Un esempio di disturbo da effetto termico è l'opacizzazione del cristallino dell'occhio (cataratta) dovuto al fatto che questo tessuto, non vascolarizzato, non è in grado di dissipare il calore.
Un crescente corpo di evidenze scientifiche ha evidenziato vari rischi per la salute a livelli inferiori di esposizione stabiliti delle normative.
Ci sono varie organizzazioni indipendenti di scienziati e divulgatori che promuovono questa consapevolezza a beneficio degli individui e dei governi. Fra queste Bioinitiative, International EMF Alliance, EM Radiation Research Trust e molte altre.
Le aree interessate dalle ricerche su rischi alla salute legati all'esposizione di radiazioni elettromagnetiche sono:
- riproduzione e fertilità;
- cellule staminali e DNA;
- effetti cardiovascolari;
- tumore al cervello e altri tumori;
- effetti neurologici (mal di testa, attenzione, memoria, sonno, comportamento, ...).
Per di più, gli effetti evidenziati sono maggiori su feti, neonati e bambini.
Inoltre, un numero crescente di persone comincia a riferire una varietà di sintomi associati all'esposizione alle radiazioni elettromagnetiche. Il fenomeno è noto come elettro(iper)sensibilità. In verità alcune verifiche scientifiche hanno individuato per lo più malessere da autosuggestione (c.d. effetto nocebo).
Vale la pena ricordare che all'inizio del 2015 lo SCENIHR (Scientific Committee on Emerging and Newly Identified Health Risks) ovvero la Commissione Europea sui rischi emergenti e recentemente identificati, ha fornito un'opinione sostanzialmente rassicurante, negando significatività agli studi considerati ma esigendo ulteriori approfondimenti. Questo parere è stato criticato da numerose associazioni di cittadini/consumatori per l'imparzialità dei membri del comitato e per la metodologia della valutazione. Per questo motivo, sono state richieste revisioni ed approfondimenti.
E' importante evidenziare che nel 2002 lo IARC, l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, ha classificato le onde elettromagnetiche estremamente basse come potenzialmente cancerogene per gli umani ("Extremely low-frequency magnetic fields are possibly carcinogenic to humans - Group 2B")
Se la prevenzione si applica ai rischi provati, la precauzione si applica ai rischi scientificamente controversi.
Il momento di agire è adesso.